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È la sera del 9 luglio 2006. Allo Stadio Olimpico di Berlino si gioca la finale della Coppa del mondo di calcio, Italia-Francia. Al centoundicesimo minuto, secondo tempo supplementare, accade qualcosa di inspiegabile: il capitano della Francia, Zinedine Zidane, in mezzo al campo sferra una violenta testata contro il difensore azzurro Marco Materazzi che cade al suolo. Le interpretazioni, dal giorno dopo, si moltiplicano: che cosa si saranno detti? E perché quella reazione apparentemente immotivata proprio nell'ultima partita di una lunga e gloriosa carriera? Lo scrittore Jean-Philippe Toussaint era lì, quella sera. Ci pensa e ci ripensa, finché trova una chiave: si tratta di un gesto romanzesco, l'esito di un lento processo di maturazione, di una lunga genesi invisibile e segreta.